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Maria Mater opere in mostra

Vergine col Bambino e angeli

L’opera Vergine col Bambino e angeli proviene dalla chiesa di Sant’Ermete in Pisa. Dalla chiesa di Sant’Ermete in Pisa proviene l’opera Vergine col Bambino e angeli di Lorenzo Monaco. L’artista,  che viene ricordato per essere l’ultimo esponente importante dello stile giottesco llievo e del Masaccio, esegui la tavola che sarà esposta a Senigallia nel 1412.prima della rivoluzione rinascimentale di Beato Angelico che fu suo a Dello stesso artista vanno ricordate l’Incoronazione della Vergine del 1412 e l’Adorazione dei Magi, del 1420-1422 entrambe esposte alla Galleria degli Uffizi di Firenze, me la sue straordinarie opere sono sparse nei musei di tutto il mondo, con una particolare concentrazione alla Galleria dell’Accademia di Firenze ed alla National Gallery di Londra, al Metropolitan Museum of Art di New York.

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Madonna della Misericordia – Girolamo di Giovanni

L’immagine scelta per la mostra propone il dipinto che il pittore camerte Girolamo di Giovanni eseguì nel 1463. Si tratta della Madonna della Misericordia esposta al museo civico della città dei Da Varano. L’opera evoca il nome di Piero della Francesca per le affinità formali con la tavola centrale del polittico di Borgo San Sepolcro. L’imponente figura della Vergine che apre il mantello sotto il quale si riparano i devoti, assieme ai santi Venanzio e Sebastiano, rappresenta in modo emblematico l’aspetto della madre misericordiosa, madre che protegge amorevolmente la prole la Mater Dei che accoglie in grembo coloro che hanno vissuto la grazia e per garantire un destino di salvezza alla propria anima. Il termine Misericordia è infatti l’incontro di due parole: miseria e cuore; l’incontro tra la miseria della condizione umana e il cuore di Dio. Rachùm, in ebraico il misericordioso, evoca il termine che la lingua ebraica riserva al grembo materno: rèchem. E allora ecco Maria che con il suo ampio mantello ripara e protegge il genere umano dai colpi della minacciosa collera divina. L’immagine iconografica della Madonna della Misericordia raffigura la Vergine che sotto il proprio ampio mantello ripara i devoti dalla pioggia di frecce scagliate da un Dio irato per la condotta immorale del genere umano.

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Madonna della Misericordia – Barnaba da Modena

Nella mostra di Senigallia è esposta la più antica rappresentazione iconografica di questo soggetto: la Madonna della Misericordia dipinta da Barnaba da Modena tra il 1375 e il 1376, conservata nella Chiesa dei Servi di Genova. Si tratta di un artista  che ha operato nel palazzo ducale di Genova, nel monumentale Camposanto di Pisa, in altre città del nord Italia e le cui opere sono oggi esposte presso il Museum of Fine Arts a Boston, nella collezione Cruz di Santiago del Cile e alla National Gallery di Londra. Eseguita per una confraternita genovese, la tavola può ragionevolmente essere considerata come il prototipo più antico nell’arte della penisola della nuova iconografia della Madonna della peste o delle frecce. La Madonna della Misericordia è raffigurata nell’atto di offrire protezione sotto il proprio mantello alla popolazione della città, esposta ad un’inarrestabile pioggia di frecce scagliate dagli angeli e dal Figlio, la cui immagine è perduta. Nell’esercizio della giustizia celeste il Signore è assistito da una milizia di creature angeliche armate: l’immunità dagli strumenti della collera divina offerta dalla Madonna ai devoti è resa concreta mediante la raffigurazione dei dardi che si spezzano contro il mantello, mentre i supplici che ne sono rimasti fuori cadono trafitti dalle armi del castigo di Dio.

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Madonna del latte – Carlo Crivelli

Opera di straordinaria bellezza, impreziosisce ulteriormente la mostra di Senigallia. E’ la Madonna del latte di Carlo Crivelli, conservata nella pinacoteca parrocchiale della chiesa dei santi Pietro,  Paolo e Donato di Corridonia. La tavola databile al 1472 ed eseguita per la chiesa di sant’Agostino costituisce la parte centrale di un polittico, forse smembrato e le cui parti laterali sono ormai definitivamente perdute. Considerata opera eccelsa, in questo dipinto il Crivelli abbandona il tradizionale fondo oro e raffigura Maria seduta su un trono con il tipico drappo alla veneziana che cala coprendo lo schienale, ed è attorniata da una gloria di cherubini e serafini e dipinge uno sfondo di colore azzurro. Il Bambino, attaccato al seno della Madre, volge lo sguardo verso lo spettatore quasi a voler dialogare e intessere una relazione con chi sta osservando la scena. Un gesto umano, come umano e divino allo stesso tempo e il Salvatore. Sacro e terreno si uniscono in questo semplice racconto dove la Madonna tiene il Bambino in braccio, lo allatta e lo guarda con la tenerezza di una madre e con l’inquietudine di chi conosce già il dolore che l’attende.

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Vergine delle Rocce – Leonardo

La Vergine delle Rocce, una delle opere più emblematiche di Leonardo Da Vinci, rappresenta la prima commissione ricevuta dal momento del suo arrivo a Milano. Richiesta nel 1483 dalla Confraternita dell’Immacolata Concezione per la propria cappella nella chiesa di San Francesco Grande (oggi scomparsa) la Vergine delle Rocce (oggi a Parigi) rappresenta la prima commissione ricevuta da Leonardo da Vinci dal momento del suo arrivo a Milano. Questa è una delle opere più emblematiche di Leonardo Da Vinci: è una composizione complessa e ricca di richiami simbolici, biblici e teologici, incentrata sul tema dell’Immacolata Concezione di Maria e sul suo ruolo nella redenzione del genere umano. Il dipinto, oggetto di numerose repliche, fu duplicato dallo stesso artista con significative varianti. Ad oggi ne conosciamo tre versioni per mano di Leonardo: la prima fa capo al documento del 1483 ed è conservata al Museo del Louvre di Parigi; la seconda, esposta alla National Gallery di Londra, è l’unica ad essere stata posta sull’altare milanese e la sola che differisce di gran lunga rispetto al contratto milanese; infine, la terza, la cosiddetta Vergine delle Rocce Chéramy, parte di una collezione privata in Svizzera, che riproduce scrupolosamente il prototipo parigino ad eccezione dell’aureola della Vergine. Nell’opera ritroviamo l’accenno ad un modulo fondamentale della composizione cinquecentesca, cioè la struttura piramidale del gruppo: i quattro personaggi (Vergine, Giovanni Battista, Gesù Bambino e l’Angelo), legati da un sapiente gioco di gesti, sguardi e movimenti, sono idealmente rinchiusi entro uno spazio piramidale tridimensionale che ha per vertice la testa di Maria. Dietro il gruppo sacro si scorge un paesaggio roccioso che crea attorno alle figure una vasta penombra, sfumata verso una luminosità lontana. Leonardo riesce a dare l’illusione di profondità applicando alla pittura i risultati delle sue osservazioni sull’atmosfera e definendo lo spazio con l’uso della “prospettiva aerea”: maggiore è la distanza, minore deve essere la nitidezza dell’oggetto da rappresentare. Per questo, se la parte in primo piano è resa in modo dettagliato il paesaggio in lontananza si perde nella foschia.

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Madonna della Misericordia con i Santi Stefano e Girolamo e Committenti

L’immagine scelta per la mostra propone il dipinto che il pittore camerte Girolamo di Giovanni eseguì nel 1463. Si tratta della Madonna della Misericordia esposta al museo civico della città dei Da Varano e l’opera evoca il nome di Piero della Francesca per le affinità formali con la tavola centrale del polittico di Borgo San Sepolcro. L’imponente figura della Vergine che apre il mantello sotto il quale si riparano i devoti, assieme ai santi Venanzio e Sebastiano, rappresenta in modo emblematico l’aspetto della madre misericordiosa, madre che protegge amorevolmente la prole la Mater Dei che accoglie in grembo coloro che hanno vissuto la grazia e per garantire un destino di salvezza alla propria anima. Il termine Misericordia è, infatti, l’incontro di due parole: miseria e cuore; l’incontro tra la miseria della condizione umana e il cuore di Dio. Rachùm, in ebraico il misericordioso, evoca il termine che la lingua ebraica riserva al grembo materno: rèchem. E allora ecco Maria che con il suo ampio mantello ripara e protegge il genere umano dai colpi della minacciosa collera divina. L’immagine iconografica della Madonna della Misericordia raffigura la Vergine che sotto il proprio ampio mantello ripara i devoti dalla pioggia di frecce scagliate da un Dio irato per la condotta immorale del genere umano.

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