Ferruccio Ferroni Tra purezza della forma e concretezza della materia

Nato a Mercatello sul Metauro nel 1920, studia nell’accademia militare, ed è prigioniero nei campi di concentramento dopo aver rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò.

Durante la sua lunga convalescenza a Senigallia conosce Giuseppe Cavalli nel 1948, con il quale approfondisce i suoi interessi per la fotografia, divenendo in seguito anche il suo più fedele stampatore.

Nel corso della sua vita, alternerà la sua attività come avvocato con quella fotografica, pratica che abbracciò con il rigore, la serietà e l’autorevolezza di un esperto professionista. Associato all’inizio (dal 1952) al circolo veneziano della Gondola (con Paolo Monti, Ferruccio Leiss, Gianni Berengo Gardin, Fulvio Roiter, ecc.), aderì nel 1954 al Gruppo Misa, assumendo però, all’interno del dibattito critico tra le diverse posizioni estetiche e teoriche di Paolo Monti e Giuseppe Cavalli, una propria autonomia, rimanendo sempre coerente a uno stile personale caratterizzato da un misurato equilibrio tra i toni alti e i forti contrasti che opponevano, dialetticamente, i due maestri.

Le sue opere – ha scritto Mario Giacomelli – sono frammenti poetici, immagini formali squisitamente composte, che contengono l’essenzialità, l’essenza di un’energia che porta con sé l’anima delle cose, l’espressività lirica, la partecipazione emotiva….Il tempo, lo spazio, la luce, la materia abitano le sue immagini vivificate nel passaggio della forma.

Intuizione creativa e sapienza tecnica, arte e scienza: nel cristallino nitore di quel repertorio di forme tratte e astratte dalla realtà che lo circonda, ci sembra di poter ritrovare quello stupore della “visione” che ha infiammato la passione dei maestri fotografi delle origini.

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