Ci pensa Feel Senigallia a ricordarti cosa fare e quali sono le novità entusiasmanti in città (e dintorni).
Scatti inediti dagli archivi di Senigallia. Dal 17 aprile al 2 giugno a Palazzo del Duca.
La storia artistica di Giuseppe Cavalli, Ferruccio Ferroni e Mario Giacomelli è strettamente connessa da un lato alla città di Senigallia, città d’elezione per il primo e natale per gli altri due, e dal fatto che furono l’uno il maestro dell’altro, andando poi a formare quel “laboratorio senigalliese” di fotografia che non ha mai smesso, per oltre un cinquantennio, di contribuire, con i suoi protagonisti, all’importante dibattito teorico che si è svolto in Italia intorno alle funzioni e alle estetiche della fotografia.
La mostra vuole ripercorre questa vicenda per scoprire, attraverso gli archivi degli autori o le raccolte di familiari e amici, le modalità attraverso le quali ognuno dei tre fotografi ha individuato i propri interessi e manifestato il proprio linguaggio.
Nel 1947 Cavalli aveva redatto il manifesto del celebre gruppo La Bussola, sintesi di quei principi estetici di matrice crociana che promuovevano una fotografia prettamente artistica. Nei primi mesi del 1953 progettò la fondazione di una nuova associazione fotografica a Senigallia, il Gruppo MISA, dove far confluire e maturare i giovani più promettenti in vista di un loro inserimento nell'elitaria cerchia de La Bussola. Fu in questo contesto che Giacomelli decise di mostrargli le sue prime immagini. Cavalli le trovò interessanti e affidò a Ferroni, già suo allievo, la formazione di Giacomelli relativamente alle tecniche di ripresa e a quelle, ritenute fondamentali, di sviluppo e stampa in camera oscura.
Un milieu comune che produsse però risultati molto diversi, sia nella resa fotografica, nella tecnica e nella poetica dei tre autori, evidenziati dai documenti inediti esposti per la prima volta in mostra a Palazzo del Duca. La fotografia di Giuseppe Cavalli esclude a priori il documentarismo, è solo una sintesi poetica, dove ciò che conta è la composizione e Il soggetto ha un’importanza secondaria e indipendente dalla sua natura. Cavalli rivendica una cultura e dei modelli prevalentemente pittorici, che trasferisce al suo allievo Ferruccio Ferroni, ma da cui lui ben presto si distacca in maniera decisa.
Ferroni infatti ha come riferimento solo la cultura e il mezzo fotografico come gli unici possibili, come si comprende dai documenti d’archivio esposti in mostra in cui è evidente che le sue immagini non possono essere state concepite e realizzate se non con un certo obiettivo ed una certa pellicola, in una perfetta alchimia di luce, carta sensibile e camera oscura.
Mario Giacomelli opera ancora diversamente e fin dalle prove più datate si può vedere come ha sviluppato un sistema linguistico personale con proprie regole grammaticali che permettono di collegare tra loro le immagini con rimandi simbolici e rituali, per un racconto che dura tutta la sua vita e che lo ha portato ad una sperimentazione continua e ad una ricerca di sé stesso e della realtà attraverso la fotografia.
La mostra fa parte della Biennale di Senigallia in programma per il 2019 e 2020 la cui anteprima avverrà dal 2 al 4 maggio prossimi.
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Non preoccuparti, a Senigallia non ci si annoia mai e puoi partecipare a tanti altri eventi!
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