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Claudio Ridolfi un pittore veneto nelle Marche del Seicento

Itinerario alla scoperta di Claudio Ridolfi nei borghi della Val Mivola

Un viaggio alla scoperta della bellezza, e dello spirito religioso controriformato attraverso opere dall’intensità cromatica, dal colore sempre ricco e brillante e la stesura pittorica delicata e raffinata.

Claudio Ridolfi, pittore aristocratico appartenente ad una nobile famiglia veronese è elegante interprete della cultura figurativa post-tridentina. Nato a Verona probabilmente nel 1560 si trasferisce a Venezia presso Paolo Veronese. Rientrato a Verona se ne allontana per recarsi prima a Roma e poi a Urbino dove lo troviamo nel 1590 presso la bottega di Federico Barocci. Interprete dello spirito religioso controriformato, risulta volutamente ripetitivo, ma la qualità della pittura è sempre altissima, così come l’intensità del colore sempre ricco e brillante e la stesura pittorica, delicata e raffinata. Stabilitosi a Corinaldo, saltuariamente già nel 1617 nel 1633 e 1635 acquista due abitazioni e vi si trasferisce stabilmente sino all'anno della morte avvenuta nel 1644. Seguiremo le tracce di questo artista nel suo viaggio nelle terre della Val Mivola partendo da Senigallia.

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Senigallia

Chiesa della Croce  Senigallia

A Senigallia, per la chiesa della Croce l’artista dipinge e firma (Claudius Ridolphus Faciebat) la Crocefissione con la Vergine e i Santi Maria Maddalena, Giovanni Evangelista, Barbara, Giovanni Battista e Francesco. L’opera viene menzionata già nel 1648 da Carlo Ridolfi, primo biografo di Claudio. Stilisticamente l’opera si colloca nel primo decennio del XVII secolo in una commistione tra le pittura veronesiana e la poetica baroccesca.

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Ostra

 Ostra

Ad Ostra quattro sono le opere tuttora presenti del nostro artista. Una Madonna con Bambino e i Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista  esposta ora nella chiesa di San Giovanni in località Casine ma proveniente dalla demolita chiesa di San Giovanni di Ostra. La canonica della chiesa di Santa Croce accoglie una Madonna con Bambino, angeli e anime purganti. Il dipinto, originariamente conservato nella vicina chiesa di San Filippo viene segnalato in un inventario del 1627. Nella chiesa parrocchiale il Martirio di San Lorenzo, la Madonna con Bambino e le Sante Caterina d’Alessandria e Barbara. Il dipinto proviene dalla non più esistente chiesa suburbana intitolata ai Santi Lorenzo e Caterina dove viene descritta in un documento del 23 ottobre 1629. Sull’altare maggiore della vicina chiesa di San Filippo si trova il Transito di San Giuseppe commissionato dalla confraternita di San Giuseppe nel quarto decennio del Seicento. Infine è doveroso ricordare, solo per dovere di cronaca, che nella chiesa di Sant’Antonio da Padova (Cappuccini) si conservava una Madonna con Bambino e i Santi Girolamo, Maria Maddalena, Francesco e Antonio da Padova. L’edificio è stato abbandonato in seguito agli eventi sismici del 1997 e al successivo crollo del tetto della chiesa. Il dipinto è stato conseguentemente trasferito nella chiesa dei Padri Cappuccini di Civitanova Marche.

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Ostra Vetere

Chiesa di Santa Croce – Santuario San Pasquale Ostra Vetere

Nella vicina località di Ostra Vetere e più precisamente nella chiesa di Santa Croce – Santuario San Pasquale si conserva il Crocifisso, San Francesco d’Assisi, il Beato Giacomo della Marca e i Santi Caterina da Siena e Diego. Nelle memorie manoscritte di poco posteriori alla conclusione dei lavori di costruzione della chiesa e convento terminati nel 1620 si descrive il dipinto definendolo: “opera rara e della più maestose e meglio disegnate di Claudio Ridolfi Veronese da Corinaldo, pittore del Duca d’Urbino e tutto su la maniera sua e di grande forza”. L’Artista realizza il dipinto al ritorno dal suo soggiorno veronese e ne è testimonianza l’inedito gusto realistico unito all’incupimento generale delle tinte e ad un chiaroscuro che opera in senso plastico.

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Barbara

Chiesa di Santa Barbara  Barbara

Proseguendo lungo la valle del Misa a Barbara per la chiesa di Santa Barbara troviamo una Madonna con Bambino e i Santi Giuseppe, Michele Arcangelo, Nicola da Tolentino e Carlo Borromeo, già documentata nel 1627. Qui il Ridolfi sembra abbandonare i consueti schemi compositivi della Sacre Conversazioni in favore di una struttura più articolata e l’opera risente della reciproca conoscenza tra il nostro e il pittore forosempronese Giovan Francesco Guerrieri.

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Arcevia

Arcevia

Giunti ad Arcevia, la città misena offre al visitatore quattro opere del nostro autore. Nella chiesa parrocchiale di San Medardo il dipinto raffigurante la Visita di re Clotario a San Medardo. Eseguito a spese della comunità nel 1644 per “l’altare del glorioso Protettore San Medardo situato nella seconda cappella principale” della chiesa narra l’incontro tra il Santo, vescovo di Nojon con il re franco Clotario. Nella adiacente casa parrocchiale si conserva uno stendardo processionale con la Madonna del Rosario e i Santi Domenico, Caterina da Siena e devoti su un lato e l’Incoronazione della Vergine sull’altro. Databile al 1614 l’opera si inserisce nella diffusione del culto della Vergine del Rosario cui viene attribuito l’esito positivo della battaglia contro i turchi nello scontro navale avvenuto nel 1571 presso Lepanto. Nella chiesa di Santa Maria del Soccorso, che ospitava le Clarisse si trova L’Immacolata concezione e le Sante Lucia e Caterina d’Alessandria. L’esecuzione dell’opera è successiva al 1623 anno di costruzione della chiesa consacrata nel 1638. Per l’altare maggiore della chiesa di Sant’Agata il Ridolfi esegue l’Incoronazione della Vergine e i Santi Agata e Giovanni Evangelista. Quest’ultimo tiene in mano un libro in cui compare la frase, diligite alterutrum: amatevi scambievolmente.

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Corinaldo

Corinaldo, patria elettiva di Claudio Ridolfi Corinaldo

Il nostro percorso si conclude a Corinaldo, patria elettiva di Claudio.
La serie delle opere dipinte da Claudio Ridolfi per Corinaldo può aprirsi con l’Assunzione della chiesa di San Francesco, dove è collocata nella prima cappella a sinistra. Prima della fine del terzo decennio esegue per la chiesa di Santa Maria di Piazza della Compagnia del Gonfalone il Cristo alla colonna, oggi conservato nella Civica Raccolta d’Arte “Claudio Ridolfi”. Sempre a Corinaldo è la Visione del Beato Felice da Cantalice eseguito per la chiesa di San Giovanni Battista, o dei Cappuccini e commissionato, probabilmente, dall’illustre cittadino Lucangelo Orlandi in omaggio alla moglie Atalanta Leoncini da Roccacontrada (Arcevia), intorno al 1629, data di erezione dell’altare dedicato al santo cappuccino.
Nei locali della sacrestia della chiesa di San Francesco si trova un San Tommaso d’Aquino probabilmente eseguito per la chiesa rurale di San Domenico. La chiesa di San Francesco è certamente il luogo di maggior concentrazione di opere ridolfiane; qui si trova oggi anche la già menzionata Annunciazione eseguita probabilmente tra il 1625 e il 1631. Straordinario capolavoro dipinto intorno alla metà degli anni trenta è la Carità di San Tommaso da Villanova. Il soggetto, illustra un episodio della biografia dell’agostiniano spagnolo morto nel 1555 e canonizzato nel 1658, in cui l’arcivescovo di Valenza con somma liberalità donò cinquanta scudi a ciascuna delle tre figlie di un “giubbonaro” che dovendo maritarle, non aveva nulla da dar loro in dote. Databile indirettamente intorno al 1638, grazie ad alcune osservazioni dello storico corinaldese Vincenzo Maria Cimarelli, è invece l’altro grande capolavoro ridolfiano a Corinaldo, la Maddalena ai piedi della Croce nella chiesa di Santa Maria del Piano. A chiudere la rassegna dell’attività di Claudio Ridolfi a Corinaldo, che costituisce uno dei capitoli più consistenti dell’arte veneta nelle Marche, restano ancora due pale d’altare: la Madonna col Bambino e i Santi Giuseppe, Anna e Antonio da Padova della chiesa di San Francesco e la Madonna col Bambino e i Santi Francesco, Giuseppe, Tommaso Apostolo, Nicola da Tolentino e Andrea Apostolo nella chiesa del Suffragio.

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