Ci pensa Feel Senigallia a ricordarti cosa fare e quali sono le novità entusiasmanti in città (e dintorni).
La Val Mivola è conosciuta anche per i suoi deliziosi dolci tipici.
Da non perdere a Serra de’ Conti il lonzino di fichi a base di fichi, mandorle, noci semi di anice stellato ed i calcioni ad Arcevia con il loro caratteristico sapore dolce e salato.
Notevoli anche il maiorchino ad Ostra Vetere e le pecorelle a Corinaldo
Il nostro viaggio attraverso i dolci tipici della Val Mivola comincia a Senigallia con un dolce dedicato nientedimeno che al Papa senigalliese Pio IX, l’ultimo Papa Re.
La ricetta originale, di origine spagnola, è un dolce pasticcino a forma di cappello del papa, una soffice torta arrotolata.
Il ripieno può essere con dolce de leche, marmellate, creme e frutta fresca.
Arrivati a Serra de’Conti non si può non assaggiare il lonzino di fico. Dolce antichissimo, di cui ci parla lo scrittore latino Columella già nel 65 d.C. Il nome di lonzino viene proprio dalla sua forma, simile alla lonza del maiale. Gli ingredienti e il metodo di preparazione sono rimasti immutati nei secoli.
I fichi sono i dottati oppure i brogiotti, seccati e amalgamati agli altri ingredienti della tradizione povera contadina: mandorle, piccoli pezzi di noce e semi di anice stellato.
Talvolta impastati con un poco di sapa (mosto di uva sobbollito a lungo) o mistrà (liquore ottenuto dalla macerazione di frutti di anice nell’alcol) e avvolti poi in foglie di fico. Dal colore marrone dorato, compatto e solido, il lonzino, tagliato a fettine non troppo sottili, alla vista si presenta come un impasto fine .
Al naso si sente immediatamente la frutta matura con una nota avvolgente di anice. Se viene servito con la sapa (mosto di uva), risalta meglio la sua dolcezza complessiva con note di caramello.
È ottimo abbinato a un formaggio non molle, di media stagionatura e a un calice di vino passito.
Arcevia ed i suoi castelli offrono un ricco campionario di dolci gustosi.
Si parte dai calcioni, di origine molto antica, dal sapore caratteristico dolce e salato dato dalla presenza sia dello zucchero che del formaggio pecorino.
Il calcione è un disco di pasta sfoglia, aromatizzato con la scorza di limone grattugiato che può essere servito sia come antipasto che come dolce.
Da segnalare anche il frittellone, dolce autunnale di origine contadina.
E’ composto da farina di mais ottofile, zucchero, uvetta, mele cotogne, sapa, olio extravergine, miele, frutta secca e liquore all’anice.
Per finire le castagnole lesse, dolce carnevalesco di farina, uova, zucchero, liquore all’anice o mistrà.
La loro particolarità risiede nel fatto che l’impasto viene prima lessato in acqua ed infine fritto nello strutto.
Nella zona di Ostra Vetere si prepara un dolce tipico marchigiano risalente ai primi del 900, il Maiorchino.
La sua origine è legata ad un errore delle dosi durante la preparazione della pizza margherita che ha contribuito a conferirgli l’attuale forma schiacciata ed allungata.
Gli ingredienti principali sono farina, granella di mandorle, uova e zucchero.
I dolci tradizionali tipici di Corinaldo sono le pecorelle. Secondo la tradizione questi biscotti sono un dolce del periodo natalizio: le “pecorelle” venivano cotte il giorno prima dell’epifania e venivano poi usate per addobbare la “palma della befana”.
Per l’occasione infatti nelle case di Corinaldo, compariva un grosso ramo di alloro che veniva decorato con caramelle, cioccolatini, arance e mandarini e ovviamente le “pecorelle”.
Il nome dei biscotti ripieni preparati per la festività deriva dalla loro forma: quella classica è leggermente a mezzaluna e con le caratteristiche spizzicature sulla superficie.
Non esiste una sola ricetta delle “pecorelle”, bensì moltissime versioni che le famiglie corinaldesi custodiscono con cura per ricreare uno splendido dolce della tradizione, fatto di ingredienti semplici. Il biscotto infatti è composto da una sfoglia fatta di farina, olio,zucchero e vino bianco che racchiude un ripieno ricchissimo di gusto e di profumi composto da mosto ristretto,pangrattato, noci, buccia d’arancia e cannella.
L’apicoltura è piuttosto diffusa nella Val Mivola e produce miele di ottima qualità specie nella zona di Castelleone di Suasa.
La variegata composizione botanica della campagna e l’andamento stagionale influenzano soprattutto il bouquet di aromi del millefiori ma non mancano produzioni uniflorali, cioè legate ad una sola varietà di fiori, come quello di trifoglio, sulla e girasole.
Senigallia è zona di produzione di un tipo di miele raro in Italia: il miele di colza.
Questa pianta è particolarmente ricca di polline e quindi di proteine.
Ci pensa Feel Senigallia a ricordarti cosa fare e quali sono le novità entusiasmanti in città (e dintorni).